Chiunque acquisti su Amazon, interroghi Alexa, ricorra a Siri, condivida sul cloud, navighi su Google, interagisce con l’IA: non un raffinato software immateriale bensì una megamachine che saccheggia risorse naturali, lavoro umano, privacy e compromette l’eguaglianza e la libertà. La immaginiamo come qualcosa di astratto, un asettico amalgama di algoritmi, hardware, dati mentre essa implica una materialità, per lo più ancora opaca, che richiede gigantesche infrastrutture produttive: dai cavi sottomarini che congiungono i continenti ai dispositivi personali e loro componenti, dalla trasmissione di segnali che passano nell’aria all’approvvigionamento di dati estratti da ogni piattaforma e dispositivo che utilizziamo ogni giorno. Per renderla tangibile questo libro ci accompagna in un viaggio attraverso siti minerari, fabbriche, centri logistici e data center necessari a farla «funzionare», mostrando quanto essa comporti lo sfruttamento di enormi quantità di risorse naturali e di lavoro umano e come essa influenzi la vita di miliardi di persone spesso al di fuori di una regolamentazione e di un controllo democratico. La sua fattibilità e sostenibilità dipendono quindi dai limiti che sapremo porre al suo potere.