Pensieri
“Pensieri”, è la straordinaria raccolta di consigli sulla saggezza del vivere, redatta dall’imperatore Marco Aurelio in quasi dodici anni di appunti personali, spesso scritti fugacemente durante le lunghe campagne di guerra nell’ Europa centrale sino al 180 D.C. I Colloqui con sé stesso, conosciuti anche coi titoli Pensieri, Meditazioni, Ricordi o A sé stesso (quest’ultimo traduzione letterale del titolo originale, in greco antico: Τὰ εἰς ἑαυτόν, Tà eis heautón), sono una serie di riflessioni dell’imperatore romano e filosofo stoico Marco Aurelio. Scritti in XII libri in lingua greca, rappresentano un’opera letteraria unica nel suo genere, che sembra ripercorrere gli ultimi 12 anni della vita interiore dell’autore. Molti autori moderni ritengono che il primo di questi libri, scritto sulla Granua (l’odierno fiume Hron, della Slovacchia), costituisca una specie di testamento interiore, dove Marco Aurelio ricordava tutte le persone importanti della sua vita in forma autobiografica, forse databile al 179 (poco prima della sua morte). Il libro II, scritto a Carnuntum, ritenuto anch’esso di più tarda datazione, potrebbe essere stato scritto nel 178, e cosa più importante, rappresentare la chiave di lettura per una possibile interpretazione cronologica dell’opera. In questo caso sarebbe troppo facile (anche se assolutamente possibile) ipotizzare una cronologia in cui il primo dei libri è databile al 179 e l’ultimo, il XII, al 168, poco dopo la morte dell’amico fraterno, nonché suo insegnante Marco Cornelio Frontone. Marco sembra riprendere le posizioni stoiche, con un accento sul senso di impotenza dell’Uomo di fronte agli Dei e sulla superficialità delle rappresentazioni umane. Egli sembra adeguarsi alle ragioni supreme che governano il mondo, in quanto sapiente e filosofo, pur tendendo in questo suo scritto a fuggire dal mondo e dalla materialità della vita. Di fronte al “non senso” del mondo e delle sue realtà caduche, l’unica via che rimane al saggio è il ripiego su sé stessi che dà significato alla propria esistenza individuale. Come in Seneca, per Marco Aurelio l’anima è distinta e separata dal corpo ma essa è poi ulteriormente composta dall’anima vera e propria, intesa come spirito, pneuma, soffio vitale e l’intelletto, la sede dell’attività spirituale. Nel suo ruolo di imperatore, compie stoicamente il suo dovere per ciò che attiene al suo ruolo politico, ma sente l’inutilità e il non senso di azioni che non cambieranno l’irrazionalità che travaglia il mondo umano: " Volgi subito lo sguardo dall’altra parte, alla rapidità dell’oblio che tutte le cose avvolge, al baratro del tempo infinito, alla vanità di tutto quel gran rimbombo, alla volubilità e superficialità di tutti coloro che sembrano applaudire… Insomma tieni sempre a mente questo ritiro che hai a tua disposizione in questo tuo proprio campicello "
Storico del prezzo su Amazon
30gg. fa Oggi