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Indagine su Alda Merini

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“Più bella della poesia è stata la mia vita”, diceva Alda Merini, ed è proprio dalla sua esperienza biografica che il libro prende le mosse e ci accompagna attraverso l’esperienza del dolore e il suo superamento, la dimensione mistica e carnale, gli amori intellettuali e burrascosi, i conflitti e le pacificazioni col proprio tempo. L’autrice, Margherita Caravello, ci accompagna nell’indagine intima e pubblica di una donna che è diventata icona della femminilità più complessa e preziosa: dalle privazioni della guerra alla condizione manicomiale, dal ruolo di moglie e madre nella società patriarcale alla fatica di affermarsi come intellettuale in un tempo (non ancora esaurito) che fonda sul pregiudizio del normale le sue valutazioni di merito. Affronta il ruolo, nell’esperienza meriniana, della psicologia e della fede, ma soprattutto in questo libro si parla d’amore: che tutto può e che fa da motore ad ogni passo, soprattutto a quelli su strade nuove. Nell’era vorace dei social media, Alda Merini è ancora la poetessa più letta e più condivisa, per questo, riferisce l’autrice Margherita Caravello: «Mi piace immaginarla come faro di nuove consapevolezze, esempio e strumento di un rinnovamento necessario che restituisca al lettore quella capacità specifica della nostra specie di essere umani e di guardare al mondo con poesia.»Ad impreziosire il testo, una selezione di scatti inediti della poetessa, dalla collezione privata di Laura Bertassello, nipote di Alda Merini, che insieme alla figlia Barbara ha accolto con entusiasmo l’invito a curare la prefazione del libro. Immancabili inoltre, gli scatti di Giuliano Grittini, fotografo ufficiale di Alda Merini, nonché autista, cuoco, dattilografo, confidente e complice, nel tempo, a seconda del bisogno. A lui va il merito di poterla guardare ancora oggi negli occhi e scorgerci l’immenso.

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